La sospensione del decreto sulla cannabis light da parte del Tar del Lazio potrebbe portare a significative ripercussioni sul mercato.
Nell’agosto scorso, il governo italiano aveva introdotto un decreto che mirava a regolamentare in modo più restrittivo il commercio dei derivati della cosiddetta cannabis light, con un focus particolare sulle “composizioni ad uso orale“. Queste nuove disposizioni avrebbero trasformato tali prodotti in medicinali, limitando di fatto il loro libero commercio.
L’Intervento del Tar del Lazio
Tuttavia, il Tar del Lazio ha deciso di intervenire, sospendendo il decreto in questione. Questa decisione è stata presa in seguito alla richiesta di un’associazione di produttori e venditori di canapa, che ha evidenziato alcune criticità del decreto suddetto in precedenza. In particolare, l’associazione Imprenditori Canapa Italia (Ici) ha sottolineato come non fosse stato richiesto un parere al Consiglio superiore della sanità. Inoltre, l’Ici ha messo in luce come la decisione di classificare il cannabidiolo (CBD) tra le sostanze stupefacenti o psicotrope sia in contrasto con la giurisprudenza comunitaria.
Il CBD e le sue Proprietà
Il cannabidiolo, o CBD, è una delle molte sostanze presenti nella pianta di canapa. A differenza del tetraidrocannabinolo (THC), il CBD non produce effetti psicotropi, il che lo rende un composto di grande interesse, sia per la ricerca scientifica che per l’industria globale.
La sospensione del decreto ha avuto come conseguenza immediata la ripresa del libero commercio dei prodotti a base di cannabis light. Questa decisione potrebbe avere un impatto significativo sul mercato italiano, influenzando non solo produttori e venditori. Ma anche consumatori e pazienti che utilizzano il CBD a scopo terapeutico, limitando di fatti anche il traffico criminale.
In attesa dell’udienza fissata per il 24 ottobre, il settore rimane in attesa di ulteriori sviluppi. Sperando in una regolamentazione chiara e equa che tenga conto delle esigenze di tutti gli attori coinvolti.